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Possono fallire le aziende ma non le persone - Professionista di SuccessoProfessionista di Successo
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1 Aprile 2016
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Possono fallire le aziende ma non le persone

Andrea Visconti fin da bambino sogna di inventare qualcosa per migliorare la vita delle persone. In un momento molto delicato della sua vita lascia un lavoro fisso per dedicarsi alla crescita della sua startup.

Lo avevamo lasciato così nella precedente intervista, lo ritroviamo oggi con un nuovo progetto, in cui ha capito una cosa fondamentale: possono fallire le aziende ma non le persone.

Infatti ha pubblicato una video fiaba per sua figlia che è appena nata: è la storia di un padre che porta i figli piccoli a conoscere la sorellina e durante il viaggio, racconta la storia di una lettera scritta da lui, all’età di 17 anni, pensando a quando sarebbe diventato padre di su figlia.
Il doppiaggio dei bambini l’hanno fatto i suoi figli: Filippo e Riccardo.

 

Come ti sei sentito a dover abbandonare “Sinba”?

Non sono stato io ad abbandonare Sinba, non ne avrei mai avuto la forza.
La vita mi ha sbattuto in faccia la realtà: nel palazzo dove vivo con mia moglie e i miei figli abbiamo dovuto rifare il tetto; alla terza rata non sapevo più come pagarla.
Ho dovuto trovarmi un lavoro e accettare che con Sinba non ce l’avevamo fatta.
Ho passato un periodo difficile, in cui mi sono domandato cosa mi fosse chiesto attraverso quella circostanza così dolorosa.

Avevo lasciato un lavoro sicuro per investire tutto me stesso in Sinba, avevo chiesto sacrifici a mia moglie e ai miei figli in nome di un futuro migliore e di un padre più soddisfatto, invece mi sono ritrovato senza azienda e senza lavoro, con poche prospettive di un futuro migliore per i miei figli e con un padre tutt’altro che soddisfatto.

Non riuscivo ad accettare questa cosa, proprio io che ero sempre riuscito a conquistare tutto ciò che avevo sempre desiderato, compresa mia moglie, ma questa volta non ce l’avevo fatta. Non era possibile!
Grazie al supporto di mia moglie, della mia famiglia e di alcuni amici, ho capito una cosa fondamentale: aveva fallito l’azienda, avevo perso il lavoro, ma non avevo perso me stesso!

Devo molto a quel tetto, ma soprattutto alla mia famiglia, perché attraverso questa circostanza ho capito che mi stavo intestardendo per cercare di ottenere ciò che avevo in testa, senza vedere che la realtà mi stava suggerendo altro per la mia vita. Mille volte più bello, tra l’altro…

 

Cosa ti ha permesso di cambiare direzione senza mai perdere le speranze?

Tutto dipende da come concepisci la vita e ciò che succede.
Se lo percepisci come una sfortuna o una condanna o qualcosa di fine a se stesso non c’è speranza che tenga.

La vita mi ha dimostrato tante volte di essere favolosa e positiva, anche se tante volte è dolorosa e faticosa.
Crescere tre figli è faticoso, lavorare è faticoso, ma è stupendo! Se vai contro quello che la vita ti mette di fronte per raggiungere ciò che hai nella tua testa, alla fine perdi. Vivi male e perdi. Sei frustrato di non avere ciò che vorresti, vivi arrabbiato col mondo e te la prendi per tutto perché nulla è come lo vorresti.

Ad un certo punto per me Sinba era diventato questo; volevo farcela a tutti i costi e non mi rendevo conto che la mia strada era un’altra.
Per questo sono così grato a quel tetto e alla presenza così importante della mia famiglia, perché senza di questo probabilmente oggi sarei ancora lì a sbattere la testa su Sinba, perdendomi tutto ciò che di bello la vita ha da offrirmi!

 

Quali sono le frasi che ripeti dentro te stesso, le convizioni che ti spingono ad andare sempre avanti?

“Tutto ciò che accade è per me, anche quando sembra non esserlo.”

Di questo sono certo, anche se mentre le cose non vanno come vorresti è difficile ricordarselo. Gli amici e la famiglia servono anche come promemoria per queste situazioni difficili 🙂

Altre frasi non ne ho, ma nel periodo dopo il fallimento ho trovato molta forza ed ispirazione leggendo le storie di alcuni personaggi che hanno vissuto dei grandi fallimenti nella vita da cui però sono ripartiti.
Mi vengono in mente Steve Jobs, Michael Jordan, ma anche Alex Zanardi e Bebe Vio, che hanno vissuto del fallimenti diversi da come ci immaginiamo il fallimento, ma la sostanza non cambia; si sono ritrovati ad un certo punto della loro vita in una situazione che certamente non era quella che avevano in testa e hanno dovuto fare una scelta: sentirsi sfigati perché la vita gli stava togliendo qualcosa e non gli stava dando ciò che avevano nella loro testa, o capire che la vita è per noi sempre, anche quando sembra non esserlo e da lì sono ripartiti, alla grande, direi!!

Per questo in autunno farò una campagna di crowdfunding per produrre un libro con 100 fiabe di 100 personaggi che hanno vissuto un fallimento da cui però sono ripartiti, e le storie di questi personaggi, le metterò sicuramente!
Ho pensato che, se sono state così utili a me, potrebbero esserlo anche per gli altri.

 

In questo momento qual’è la cosa più importante per te da raggiungere? Cosa ti sta a cuore?

Le cose belle finiscono perché possano ricominciare, però in questo momento sono in una fase dove voglio costruire, senza pensare di archiviare delle pratiche come completate.

Viviamo in un’epoca dove tutto è in continua evoluzione, anche dal punto di vista lavorativo non arrivi ad un punto dove dici “ok, il mio l’ho fatto, ora vivo di rendita”, perché se ti trovi a dire una cosa del genere significa che sei morto dentro e non hai più stimoli per costruire nulla e ti accontenti di ciò che c’è.

A me piacerebbe fino all’ultimo istante riuscire a costruire qualcosa, che deve avere certamente una fine, ma che può essere sempre migliorata.

 

Che progetti lavorativi hai per il futuro?

Ho 3 progetti: il primo riguarda la video fiaba che ho fatto, quella sul fallimento, mi ha fatto capire che il format funziona e che le persone hanno bisogno di esempi positivi: non ottimisti, ma positivi come la vita, quindi realisti!

Per questo sto continuando a produrre delle video fiabe sulle molte richieste che ho ricevuto da alcuni media nazionali, aziende e personaggi.
Una delle tante proposte che ho ricevuto grazie alla viralità raggiunta dalla fiaba sul fallimento mi è arrivata da una bellissima azienda di Torino che opera in un ambito molto molto simile a quello della start up che avevo fondato, dove per questo sto riuscendo a valorizzare non solo le mie competenze ma anche il know how acquisito nella mia esperienza in Sinba.

L’azienda si chiama BuyBoom ed è una fidelity Payment app che serve a fidelizzare i clienti dei negozi di vicinato e retail e aumenta il potere d’acquisto degli utenti grazie ad un cashback (ritorno di denaro) che guadagnano da ogni loro acquisto, grazie alla ricarica del wallet (una sorta di portafoglio elettronico) che porta subito un vantaggio economico.

Ad esempio, se ricarico il mio wallet di 20€ mi vengono accreditati 25€ che posso spendere nei negozi, se lo ricarico di 80€ verranno accreditati 100€ e così via. In questo modo quando l’utente acquista in negozio, ha un potere d’acquisto più alto e di conseguenza può spendere di più e l’esercente guadagna perché ha clienti fidelizzati.

Infine l’ultimo progetto è quello che ho accennato, il libro delle 100 fiabe che ha come fil rouge le storie di 100 personaggi che hanno vissuto un fallimento, da cui sono ripartiti. In autunno partirà una campagna di raccolta fondi per poter sviluppare questo progetto e già da oggi è possibile lasciare il proprio indirizzo email, per essere informati su quando si potrà preordinare questo libro. Il sito da visitare per tutte le informazioni è www.failgood.guru .

Barbara Vangelista
Barbara Vangelista
"Non tentare è il primo fallimento."

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