Antonio Pagano ha origini salernitane ma sogna di vivere negli States. Studia legge ma si accorge che preferisce la comunicazione e il marketing.
Oggi in California ha una missione: far innamorare l’America della vera piadina Romagnola.
L’idea piace e assieme a Matteo Bertoli, Stefano Damioli, Andrea Borno, Pierangelo Sciuto e i fratelli Daniele e Claudio Venturini creano “Piad’Amore”.
Qual era il tuo sogno da bambino?
Il mio sogno sin da bambino, anzi da adolescente direi , era di vivere nel sud della California, precisamente a Los Angeles o San Diego… sono cresciuto come quasi tutti quelli della mia generazione guardando telefilm americani che mi facevano sognare questo mondo sempre perfetto e dorato.
In realtà il mio sogno più grande era di aver successo, non sapevo bene come, quando e perché ma volevo (e per la cronaca lo voglio ancora) essere il più bravo in qualcosa, eccellere. Mio papà mi ripeteva quasi all’ossessione “ricordati che non c’e spazio per la mediocrità”, io all’epoca un po’ non lo capivo, un po’ non lo ritenevo giusto, ma poi alla fine forse quella frase mi ha lasciato il segno…
Come hai scoperto la passione per questo lavoro?
In realtà non ho mai veramente avuto la passione per il cucinare, ma sono cresciuto con una super mamma sempre ai fornelli, quindo credo sia qualcosa di innato, di quasi naturale. L’idea di aprire una catena di piadinerie mi è venuta per la prima volta una quindicina di anni fa durante una vacanza in California: mi sono reso conto che esisteva quasi tutto (pizza, pasta, “vero” cibo italiano e “fake” italian food, ristoranti di lusso e cibo spazzatura) ma non c’era da nessuna parte la “piada”, la vera piadina Romagnola.
Come la maggior parte delle idee e dei progetti, quell’intuizione è caduta nel dimenticatoio e mi sono dedicato ad altro per anni. Qualche anno dopo ho deciso di vivere il mio sogno nel cassetto e trasferirmi negli States, a Santa Barbara, uno dei miei posti preferiti… ed infine, due anni fa, durante un periodo di grande cambiamento, ho deciso di tirar fuori il mio vecchio sogno dal cassetto, sviluppato un business plan e trovando persone interessate a far parte del progetto con degli investimenti.
Prima di cosa ti occupavi?
All’università ho studiato legge, dopo la laurea ho anche superato al primo colpo l’esame da Avvocato ma poi, ho capito che quel lavoro non mi piaceva e non faceva per me e mi sono dedicato anima e corpo al marketing ed alla comunicazione: ho avuto la “fortuna” di lavorare per una grossa multinazionale del settore degli elettrodomestici.
La mia carriera e’ proseguita nel mondo del marketing di prodotto prima di passare al marketing sportivo, vera e propria passione. In questo settore ho lavorato in diversi contesti professionistici e scritto il primo libro al mondo sul marketing del rugby.
Quali persone ti hanno appoggiato nel perseguire la tua strada professionale?
Come dicevo ho trovato un gran bel gruppo di professionisti ed imprenditori che hanno sin da subito creduto nel progetto ma soprattutto in me. Una bella squadra che ha reso possibile trasformare una idea in realtà.
Quali sono stati i momenti difficili in cui hai pensato di lasciare la carriera?
In realtà di carriere ne ho avute diverse e continuo in qualche modo ad averle in quanto oltre al settore della “food industry” con Piad’Amore, continuo a lavorare come consulente nel mondo del marketing sportivo ed insegno sports management ad alcuni master e corsi post laurea in Italia e qui all’University of California.
Per quanto riguarda il progetto Piad’Amore di momenti difficili ce ne sono stati e ad essere sincero ce ne sono ancora diversi. Ritardi nel completamento dei lavori di costruzione, problemi burocratici e con alcuni professionisti impegnati nel progetto sono state le difficoltà più grandi della prima fase. Mentre gestione finanziaria, gestione del personale e delle operazioni quelle più attuali.
Cosa fai quando incontri momenti di difficoltà?
Devo confessare che ci sono stati diversi momenti di sconforto e abbattimento ma come mi ripeto sempre: “se fosse facile lo farebbero tutti” e allora tiro un sospiro, cerco di staccare per un attimo e mi metto al lavoro per risolvere i problemi avendo davanti chiaro quale è l’obiettivo finale di tutto questo lavoro.
Il mio esercizio preferito è scrivere sul mio onnipresente “moleskine” i problemi ed elencare le soluzioni con pro e contro. Ultima decisione però poi la prendo seguendo il mio istinto , “feel it in your guts” dicono da queste parti. Credo che il proprio istinto non fallisca mai e se proprio si è scelta la “strada sbagliata” la si può far diventare anche “giusta” con la costanza e l’impegno.
Quali sono le caratteristiche che, secondo te, servono per raggiungere i propri traguardi?
Buone idee, perseveranza, impegno totale, dedizione, connections e coraggio. Se si ha davvero voglia di raggiungere un risultato e si da il massimo, ma proprio il massimo alla fine si riesce nell’obiettivo, ci può voler più o meno tempo, più o meno sforzi ma alla fine ci si riesce… su questo non ho dubbi.
Cosa ti senti di consigliare a chi fatica a trovare la propria strada?
Credo che il primo fondamentale punto di partenza per aver successo ed inseguire i propri sogni sia avere un obiettivo (almeno uno) chiaro e preciso da raggiungere. Spesso si fallisce prima ancora di partire, si fallisce nella nostra testa perché si manca di lucidità e soprattutto di fiducia in se stessi.
Credo la vita sia fatta di due categorie di persone quelle che determinano il proprio destino, che tracciano la rotta e proseguono per la loro strada (i leader) e quelli che “seguono” il percorso tracciato da altri, che si lamentano perché la vita non è giusta, che vedono sempre il bicchiere mezzo vuoto e le difficoltà ancor prima dei sogni (i follower). Bene, io personalmente nel bene e nel male, con successi o insuccessi preferisco essere l’artefice del mio destino e non aver scuse ed alibi, spero di appartenere alla prima categoria.
Per conoscere più da vicino il progetto di Antonio, visitate il sito “Piad’Amore” oppure la pagina facebook, se capitate dalle parti di Riverside… andatelo a trovare al suo ristorante!